Intervista al Dr. Fabrizio Fanella

Il Dottor Fabrizio Fanella, direttore del Centro Riabilitativo per le Dipendenze “La Promessa” di Roma, è uno psicologo-psicoterapeuta esperto da più di trent’anni nel settore delle dipendenze patologiche. Ha pubblicato numerosi articoli scientifici su riviste internazionali ed è stato curatore del manuale “Il trattamento terapeutico-riabilitativo delle dipendenze patologiche alcol, cocaina, gioco d’azzardo patologico nel 2010.

Nel 2016, insieme ad altri studiosi di chiara fama internazionale, ha introdotto in Italia l’uso terapeutico della stimolazione magnetica transcranica ripetitiva per la cura delle dipendenze da cocaina, gambling patologico e binge eating disorders.

La Promessa è centro satellite per la ricerca Brain Switch, condotta in collaborazione con il National Institute on Drug Abuse (NIDA) e con l’Università “Gabriele d’Annunzio” di Chieti.

 

Dottor Fanella quali sono I risultati clinici della stimolazione magnetica per la cura delle dipendenze?

I risultati sono molto positivi ed incoraggianti. Possiamo affermare senza ombra di dubbio che la stimolazione magnetica è e sarà il futuro per la cura delle dipendenze patologiche.

Ci sono dipendenze per le quali è più indicata la stimolazione magnetica?

Dai protocolli clinici effettuati, sia in Italia che all’estero, le patologie da addiction più indicate sono la dipendenza da cocaina, da gioco d’azzardo e da alimentazione incontrollata.

Quali risultati avete ottenuto nei cocainomani e nei gamblers patologici?

Nell’arco di un anno abbiamo trattato più di cento pazienti con risultati davvero sorprendenti: sia i cocainomani che i giocatori riferiscono di non sentire più il desiderio impellente già dopo una settimana.

Questi dati sono riconosciuti, validati?

Noi testiamo tutti i pazienti con batterie di questionari specifici all’inizio, dopo la prima settimana, alla fine della seconda e alla fine di ogni mese della fase intensiva. Poi abbiamo controlli a sei mesi e ad un anno.

In Italia ci sono numerose realtà che utilizzano modelli più o meno validati di cura: come si pone la stimolazione magnetica nei confronti di queste?

Alcuni modelli classici di recupero rimangono validi ma altri, soprattutto quelli di tipo comunitario, appaiono un po’ vetusti ed arretrati scientificamente. La stimolazione magnetica comunque non si pone in antitesi, bensì in uno spettro terapeutico multidisciplinare aperto.

La ricerca che state conducendo cosa si propone di indagare?

Stiamo conducendo un importante studio multicentrico, insieme al National Institute on Drug Abuse statunitense e all’Università Gabriele D’Annunzio di Chieti, sugli effetti della stimolazione magnetica nei pazienti cocainomani confrontati con un campione di controllo.

E che estensione casistica si propone di raccogliere?

Saranno diverse centinaia di casi trattati nei tre centri di riferimento.

Che risultati vi attendete?

Ci attendiamo una conferma dei risultati positivi che i clinici di tutto il mondo hanno già apprezzato. In questo senso sarà la prima vera ricerca a validità scientifica.